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Zamora, Fòlber e disastri: quando Walter Vismara diventa Zamora a Milano

Milano anni ’60: calcio, comicità e un pizzico di Fantozzi

Benvenuti nella Milano di metà anni ’60, ben prima del boom economico e della sua trasformazione in metropoli tentacolare. Tra palazzi storici e una modernità incipiente, si aggira il giovane e impacciato Walter Vismara, arrivato dalla provincia lombarda per lavorare come contabile in una tipica fabbrichetta.

Il suo capo, un imprenditore sedotto dal fascino del progresso industriale, ha una passione viscerale per il calcio, o meglio, per il “fòlber” come si diceva all’epoca, ispirato dalla “dittatura giornalistica” di Gianni Brera. E per alimentare questa passione, costringe tutti i suoi impiegati a partecipare a grottesche partite settimanali tra scapoli e ammogliati.

Travolto da questo supplizio, anche il taciturno Walter viene trascinato in campo. Negato per lo sport come nessun altro in azienda, questa versione riveduta e corretta del Fantozzi di Paolo Villaggio, tenta la carta del portiere. Ma il risultato è disastroso: una valanga di goal incassati ogni partita lo trasforma suo malgrado in Zamora, soprannome sarcastico ispirato al mitico portiere spagnolo degli anni ’30.

Tra gag esilaranti e riflessioni sociali, la storia di Walter Vismara è un viaggio ironico nella Milano del boom economico. Un’epoca di grandi trasformazioni, dove il calcio rappresentava non solo uno sport, ma un simbolo di aggregazione e identità.

Se siete curiosi di scoprire le disavventure di Walter Vismara e le sue epiche fallimenti calcistici, non vi resta che tuffarvi in questa storia ricca di comicità e spunti di riflessione. Una lettura leggera e divertente che vi farà rivivere l’atmosfera della Milano anni ’60, tra risate e un pizzico di malinconia.

Zamora: non solo un antieroe da favola, ma una storia di riscatto e seconde chance

Walter Vismara, il protagonista di “Zamora”, è un antieroe sui generis. Certo, come Fantozzi e tanti altri personaggi della commedia italiana, subisce umiliazioni e vessazioni. È negato per il calcio, la sua cotta per una collega viene respinta e viene soprannominato sarcasticamente “Zamora”, in onore del leggendario portiere spagnolo. Ma Walter ha qualcosa di speciale: non si arrende.

Grazie all’incontro con un ex portiere professionista, Giorgio Cavazzoni, Walter trova la forza e la motivazione per riscattarsi. Cavazzoni, a sua volta un uomo segnato dalla vita, diventa il suo mentore e gli insegna i segreti del calcio, ma soprattutto gli trasmette la tenacia e la determinazione per non mollare mai.

Insieme, Walter e Cavazzoni si allenano duramente e preparano la rivincita. Durante la partita finale del torneo aziendale, Walter stupisce tutti con una prestazione superlativa: para rigori impossibili e conduce la sua squadra alla vittoria. Finalmente ottiene il rispetto dei colleghi e conquista il cuore della sua amata.

“Zamora” è molto più di una semplice commedia sportiva. È una storia di riscatto e di seconde chance, che ci insegna a non credere mai ai nostri limiti e a lottare sempre per i nostri sogni. Il film è anche un omaggio all’amicizia e al potere salvifico dello sport.

Neri Marcorè, al suo esordio alla regia, firma un film commovente e divertente, che si avvale di un cast eccezionale, tra cui Alberto Paradossi, Giovanni Storti, Claudia Pandolfi e lo stesso Marcorè. “Zamora” è un film da non perdere, che vi conquisterà con la sua storia semplice ma profonda e con i suoi personaggi indimenticabili.

Neri Marcorè sceglie un’opera ambiziosa per il suo debutto alla regia: “Zamora” si muove tra la rievocazione nostalgica di un’epoca serena e carica di aspettative, come la metà degli anni ’60, e un attento disegno di dinamiche sociali e lavorative che anticipano al ralenti le frenesie del nostro oggi.

Il film si ispira a maestri del cinema italiano come Gianni Amelio, Risi, Scola e Monicelli, mescolando sapientemente elementi nostalgici con una pungente critica sociale. La ricostruzione degli ambienti è uno dei punti di forza della pellicola, curata nei minimi dettagli per ricreare l’atmosfera della Milano anni ’60.

Il cast è stellare e contribuisce in modo determinante al successo del film. Alberto Paradossi è straordinario nel ruolo del protagonista, Walter Vismara, un travet timido e impacciato. Al suo fianco, un gruppo di attori comici di grande talento: Giovanni Storti, irresistibile nei panni del cummendatùr ossessionato dal calcio, Giacomo Poretti, Antonio Catania, Ale e Franz e lo stesso Marcorè, che regala al portiere in disgrazia mentore di Zamora un’umanità dolente in cerca di riscatto.

“Zamora” è un film che conquista per la sua storia semplice ma profonda, per i suoi personaggi indimenticabili e per la sua capacità di far riflettere su temi attuali. Un’opera prima da non perdere, che conferma il talento di Neri Marcorè come artista completo.

Ecco alcuni elementi che rendono “Zamora” un film speciale:

  • La ricostruzione fedele dell’epoca: Gli ambienti, i costumi e le atmosfere sono curati nei minimi dettagli per ricreare l’atmosfera della Milano anni ’60.
  • Il cast eccezionale: Alberto Paradossi e un gruppo di attori comici di grande talento danno vita a personaggi indimenticabili.
  • La storia semplice ma profonda: “Zamora” è una storia di riscatto e di seconde chance che ci insegna a non credere mai ai nostri limiti e a lottare sempre per i nostri sogni.
  • La capacità di far riflettere su temi attuali: Il film offre spunti di riflessione su temi come l’amicizia, il lavoro, le ambizioni e le delusioni.

Se siete alla ricerca di un film che vi faccia ridere, commuovere e riflettere, “Zamora” è il film che fa per voi.

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